Per modernismo si intende in letteratura un movimento tipico dei paesi di lingua inglese, situato approssimativamente tra il 1900 e il 1945. Questo movimento ha affinità con l'opera di scrittori non anglosassoni quali, in Italia, Luigi Pirandello e Carlo Emilio Gadda, o in Francia, Louis-Ferdinand Céline, o in Cecoslovacchia, Franz Kafka.Rappresentanti del modernismo sono innanzitutto T. S. Eliot, poeta e critico statunitense che ha vissuto per la maggior parte della sua vita in Gran Bretagna, che è il teorico del movimento; e in prosa, James Joyce. Altre figure di spicco sono Ezra Pound, Virginia Woolf, Ford Madox Ford, Francis Scott Fitzgerald, Ernest Hemingway, Henry Roth, Wyndham Lewis (che è anche un importante pittore), Laura Riding, Hilda Doolittle e Gertrude Stein.A tutti gli effetti il modernismo è coetaneo delle varie avanguardie artistiche europee di primo '900 (come il futurismo, il dadaismo, il cubismo, il surrealismo e altre). Sue caratteristiche sono: Ricerca di nuove tecniche narrative/poetiche che rinnovino il romanzo/la poesia ottocentesca di derivazione romantica; Attenzione al mondo del mito, dell'antropologia, della storia delle religioni; Distacco dell'artista dall'opera, che non deve essere espressione dell'interiorità dell'artista, bensì creazione perfettamente oggettivata e autosufficiente; Rifiuto del linguaggio vago e suggestivo dei romantici, esigenza di un linguaggio preciso e oggettivo che attinga anche alla lingua parlata; (In poesia) ripudio del modello costituito dall'opera di John Milton, recupero della poesia barocca (poeti metafisici, John Donne), creazione di componimenti in più lingue; Uso esteso di simboli, anche di derivazione psicoanalitica; Trattazione di temi precedentemente tabù (p.es. sessualità); (In narrativa) uso esteso di tecniche come flashback, flash-forward, citazioni anche estese e/o non dichiarate, trame non lineari, omissioni deliberate di informazioni per il lettore.
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