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Campo di sterminio di Bełżec
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Il lager di Bełżec (pronuncia [ˈbɛwʒɛts]) fu il secondo campo, esclusivamente di sterminio (Vernichtungslager) ad essere aperto dai nazisti (1942), dopo quello di Chełmno, operativo, invece, dal 1941. Bełżec fu appositamente eretto e ubicato geograficamente nell'Europa Orientale, nel quadro di eliminare principalmente tutta la presenza israelita nella Galizia e nelle aree adiacenti, al fine di "arianizzarle", renderle "Judenfrei", cioè ripulite dagli Ebrei e anche da altri "indesiderabili" come slavi e zingari, per rendere questi territori pronti per essere annessi alla Germania. Una pulizia etnica doverosa, secondo i canoni del Generalplan Ost (Piano Generale per l'Est, GPO). Oltre al totale genocidio ebraico, il Generalplan Ost prevedeva il genocidio, l'espulsione, la riduzione in schiavitù o la germanizzazione per la maggior parte dei polacchi, dei cechi, degli zingari e degli altri popoli slavi che ancora vivevano nei nuovi territori dell'est, caduti sotto l'occupazione tedesca, e che sarebbero stati colonizzati dal Terzo Reich a guerra vinta. Per quanto riguarda i polacchi, si prevedeva che nel 1952 sarebbero stati lasciati in vita solo 3-4 milioni di coloro che risiedevano nell'ex Polonia e il loro compito sarebbe essenzialmente stato quello di servire da manodopera schiava per i colonizzatori tedeschi; ogni famiglia tedesca avrebbe avuto i suoi schiavi slavi. La follia nazista del Generalplan Ost prevedeva che 50 anni dopo la guerra, ci sarebbe stato lo sterminio e/o l'espulsione di più di 50 milioni di slavi oltre gli Urali, monti probabilmente definiti come il prossimo confine tedesco. Questo piano faceva parte del famoso progetto Lebensraum (spazio vitale) nazista, per rendere possibile l'insediamento tedesco in questi territori dell'est che i nazisti consideravano già parte integrante della futura grande Germania.Il lager di Bełżec era il campo delle sterminate fosse comuni e pur essendo un campo assai meno noto di tanti altri, fu tra i campi più micidiali dell'intero universo concentrazionario nazista come numero di vittime.Prima di Bełżec, all'inizio del 1940, era già stato in funzione nella stessa zona, un campo di lavoro coatto per gli ebrei di Lublino, impegnati nello scavo di un grande fossato anticarro di protezione al confine con l'Unione Sovietica. Terminato il lavoro il campo fu smantellato.Il campo di Bełżec venne ricostruito a partire dal 1º novembre 1941 come campo di solo sterminio, in stragrande maggioranza di ebrei, operativo dal 17 marzo 1942 alla fine di giugno 1943. Il sito fu scelto per la vicinanza con la ferrovia Lvov - Lublino e fu dotato di un binario lungo circa 2 km che dall'interno del campo si collegava con la linea principale a 400 metri dalla stazione di Bełżec; a sua volta questa stazione era collegata al grande snodo ferroviario di Rawa Ruska (oggi in Ucraina), a 14 km da Bełżec. Le linee ferroviarie principali di Lvov - Lublino, Stanislawow in Oriente e Rzeszow, Przemysl, Tarnow e Cracovia, nel sud-ovest, erano tutte collegate insieme attraverso il punto di diramazione di Rawa Ruska; ciò era assai ottimale per la grande deportazione verso Bełżec. Inoltre il sito era situato in una zona isolata e discreta per i massacri e il fossato anticarro presente poteva essere usato come grande fossa comune. Il campo di Bełżec non era parte di nessun’altra struttura, e nemmeno nacque dalla conversione di precedenti installazioni.Per costruire il campo vennero reclutati gli abitanti del vicino villaggio di Bełżec e, in seguito, ucraini, poi rimpiazzati da ebrei rastrellati nei villaggi vicini.Bełżec fu il primo di tre famigerati campi di sterminio nazisti ad essere eretto nel profondo est polacco, seguito dopo pochi mesi da Sobibór e da Treblinka, ai quali fece da modello.Questi campi furono veri e propri mattatoi umani, costruiti in ottemperanza alle disposizioni dell'Aktion Reinhard (vedi anche Reinhard Heydrich) per l'attuazione della "Soluzione finale del problema ebraico", voluta da Hitler già nel 1941, che diede origine al genocidio del popolo d'Israele, genocidio tristemente noto come l'Olocausto.Il campo, come già detto, era situato nell'est della Polonia occupata, a circa due chilometri dalla stazione ferroviaria di Bełżec, il piccolo villaggio nel distretto di Lublino nel Governatorato Generale.Non vi erano selezioni per il lavoro all'arrivo, né baracche per la detenzione dei prigionieri, né immatricolazioni, salvo per quelli della manovalanza del lager e lo smaltimento dei cadaveri; questo perché a Bełżec non si sterminava con il lavoro ma solo direttamente con il gas.I nuovi condannati appena giunti, udivano dagli altoparlanti la voce suadente del comandante, alternata a musica, che dava loro il benvenuto e chiedeva la loro collaborazione, spiegando che erano arrivati in un campo di transito, dov'era necessario, per prassi igienica, essere inviati alle docce per un bagno di pulizia, avere disinfettati gli abiti e che le donne avessero tagliati i capelli; in seguito ci sarebbe stata una calda zuppa fumante. Una volta ripuliti e rifocillati sarebbero poi stati smistati verso nuovi e piacevoli insediamenti ebraici di lavoro; molti applaudivano contenti e ringraziavano il comandante.Era strettamente necessario instillare la calma più possibile nelle vittime, per riuscire a portarle fin dentro le camere a gas, senza intoppi. Quelli che dimostravano irrequietezza, che davano in escandescenze o aizzavano sospetti tra la folla, i "fastidiosi", venivano presi e portati alla "fossa di esecuzione" in un luogo appartato e uccisi subito con armi di piccolo calibro.Panico o ribellione avrebbero ritardato di molto o interrotto le operazioni di sterminio e anche le partenze dei treni verso il lager e l'arrivo di quelli già in viaggio; di certo con una rivolta nel campo la lunga catena dello sterminio, dai ghetti o centri di raccolta al lager si sarebbe bloccata.Altre tecniche di dissimulazione erano quelle di far sbrigare velocemente ogni fase richiesta alle vittime, di farli andare sempre di corsa in modo che non si soffermassero a pensare dove fossero e perché, dotare il percorso di numerosi cartelli che avvertivano cosa fare per il bagno e la disinfezione, finti tubi e irroratori d'acqua e una grande Stella di David all'ingresso dell'edificio delle camere a gas voleva indicarlo come uno "stabilimento bagni" riservato agli Ebrei. Vi era anche un cartello ironicamente macabro su cui era scritto "Fondazione Hackenholt", come una specie di firma del ventottenne sergente di prima SS, Lorenz Hackenholt che costruì e gestì le camere a gas di Bełżec, la sua "fondazione".Dai treni, dopo l'espropriazione dei beni, la svestizione e il taglio dei capelli femminili, in due turni, gli uomini e poi le donne con i bambini, passavano subito alle rozze installazioni di sterminio con il falso pretesto del bagno di pulizia. I deportati trovavano tre piccole camere a gas in baracche di legno, camuffate da sala docce (in seguito furono ricostruite in cemento in numero di sei). Qui venivano chiusi dentro dopo essere stati stipati all'inverosimile, con le mani alzate per occupare meno spazio possibile, tenendo in alto neonati e i bambini più piccoli; così si aumentava la capienza e si riduceva lo spazio d'aria con conseguente diminuzione dei tempi di gasamento. Era tecnica consolidata anche accendere e spegnere la luce nelle camere, poco prima dell'immissione del gas; ciò innescava il panico che aumentava di molto la respirazione e quindi anche l'efficacia del gas. Dopo l'uccisione veniva aperta la porta situata di fronte a quella d'ingresso e i corpi cadevano fuori; i "dentisti" del Sonderkommando estraevano l'eventuale oro odontoiatrico dalla bocca delle vittime e controllavano minuziosamente che nessun oggetto di valore fosse nascosto sui corpi. I cadaveri, caricati poi su vagoni Decauville, venivano trasportati alle fosse comuni.Le camere a gas, salvo particolari periodi freddi in cui veniva usato il gas Zyklon B, erano azionate a monossido di carbonio. Il comandante del lager non voleva complicate strutture per la produzione chimica del monossido né richiedere l'invio di bombole di questo gas o contenitori di Zyklon B per problemi di approvvigionamento; usò quello di produzione assai economica e semplice, ricavato dagli scarichi di motori diesel di carrarmati russi presi sul Fronte orientale. Le vittime morivano in circa 30 minuti di atroci spasimi. Non vi erano neanche forni crematori e i cadaveri vennero seppelliti in decine e decine di estese fosse comuni. In seguito, nel vano tentativo di cancellare le prove dell'immane crimine commesso, le fosse furono riaperte e i cadaveri bruciati su pile di legna alternate con binari.I treni dei deportati che arrivavano, erano formati mediamente da 40 - 60 vagoni, contenenti, mediamente, un centinaio di persone a vagone. Sovente però un vagone che poteva contenere al massimo 50 - 60 persone, se ne stipavano fino a 200 usando fruste, bastoni, secondo una tecnica consolidata. I trasporti erano eseguiti in condizioni indescrivibili per le vittime; senza mangiare o bere, privi di servizi igienici, i deportati erano coperti dai loro escrementi; molti soffocavano per mancanza d'aria e morivano nella turba dei corpi pressati così all'inverosimile che i morti rimanevano in piedi.I treni stazionavano in un piccolo scalo e a circa 15 vagoni alla volta, entravano nel lager, scaricando le vittime sulla banchina del campo di sterminio. In quattro - cinque ore al massimo si "trattava" un intero treno. In seguito al raddoppio delle camere a gas, fu aggiunta una seconda rampa per consentire uno scarico assai più numeroso di deportati.Bełżec, assieme ai campi affini di Treblinka e Sobibòr, fu la tomba di centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini israeliti provenienti in massima parte dallo svuotamento dei ghetti ebraici dell'est, per cui furono appositamente costruiti. Vi furono sterminati anche polacchi, militari russi e zingari. Grandi boschi di conifere coprivano il genocidio.Le ultime ricerche, basate sull'intercettazione alleata di un telegramma tedesco, indicano lo sterminio di 434.508 persone a Bełżec, anche se non è chiaro se questo numero includa anche i prigionieri in transito. Numerosi storici fanno ascendere il numero complessivo delle vittime tra le 500.000 e le 700.000 (per approfondire vedi conteggio delle vittime).Conosciamo solo due superstiti: Rudolf Reder e Chaim Herszman. La mancanza di superstiti può essere la ragione per la quale questo lager è così poco conosciuto malgrado l'ab-enorme numero di vittime.
Campo de exterminio de Belzec

Mappa concettuale: Campo de exterminio de Belzec

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Fecha publicación: 28.5.2015

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