Avatāra è un sostantivo maschile della lingua sanscrita con cui si indica l'apparizione o la discesa sulla terra della divinità avente lo scopo di ristabilire o tutelare il Dharma. Tale termine è collegato al verbo avatṝ (di genere parasamaipadam, attivo, di 1ª classe), con il significato di "discendere in" (accusativo o locativo) oppure "discendere da" (ablativo) ancora "arrivare a" (accusativo) o "essere al posto giusto", "essere adatto" e infine "incarnarsi" (nel caso di una divinità). La nozione religiosa di avatāra, ovvero la "discesa sulla terra della divinità" compare per la prima volta in India tra il III e il II secolo a.C. , nella Bhagavadgītā quando Viṣṇu esprime l'intenzione di assumere diverse forme al fine di restaurare l'ordine cosmico. (SA) « yadā yadā hi dharmasya glānir bhavati bhārata abhyutthānam adharmasya tadātmānaṃ sṛjāmy aham paritrāṇāya sādhūnāṃ vināśāya ca duṣkṛtām dharmasaṃsthāpanārthāya saṃbhavāmi yuge yuge » (IT) « Così ogni volta che l'ordine viene a mancare e il disordine avanza, io stesso produco me stesso, per proteggere i buoni e distruggere i malvagi, per ristabilire l'ordine, di era in era, io nasco. » Presso la religione Induista, un avatar o avatāra è l'assunzione di un corpo fisico da parte di Dio o di uno dei Suoi aspetti. Questa parola deriva dalla lingua sanscrita e significa "disceso"; nella tradizione religiosa induista consiste nella deliberata incarnazione di un Deva, o del Signore stesso, in un corpo fisico al fine di svolgere determinati compiti. Questo termine viene usato principalmente per definire le diverse incarnazioni di Vishnu, tra cui si possono annoverare Krishna e Rama. Gli adoratori di Vishnu quale divinità suprema, i vaishnava, credono che Dio si incarni ogni qualvolta avviene un declino dell'etica e della giustizia, unitamente all'insorgere delle forze demoniache che operano in senso opposto al dharma, la legge cosmica. A tal proposito, è famosa la frase pronunciata dal Signore Krishna, ottavo avatar di Vishnu, nel suo discorso ad Arjuna durante la battaglia di Kurukshetra: « Per la protezione dei giusti, per la distruzione dei malvagi e per ristabilire i princìpi della Giustizia Divina, Io mi incarno di era in era »
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